Tra le numerose proposte culturali che offre il nostro territorio, molte sono collegate all’antica civiltà etrusca. Il Parco naturalistico e archeologico di Vulci, posto al confine tra i comuni di Montalto di castro e Canino, ne è un esempio.
Immersa in un paesaggio di straordinaria bellezza, l’antica città etrusco-romana è una rara ed incantevole testimonianza del passaggio di queste civiltà sul territorio. La singolarità di questo luogo è che in esso si fondono insieme natura, archeologia e tradizione; tre elementi perfettamente combinati che rendono una passeggiata un’esperienza unica. I sentieri e i percorsi protetti che conducono alla città o alla necropoli, attraversano estese zone a pascolo, popolate da vacche maremmane e cavalli allo stato brado. La città, recentemente portata alla luce, domina il parco con le sue porte, le mura, le ricche domus e i suggestivi ambienti sotterranei. Essa è attraversa dal decumano, antica via di comunicazione, che rappresenta la prova evidente del passaggio dalla civiltà etrusca a quella romana.
Di rilevante interesse risulta anche la Necropoli orientale che comprende ipogei molto importanti, tra cui la Tomba François, celebre in tutto il mondo per le sue pitture, la Tomba delle Iscrizioni e la Cuccumella, il più grande tumulo dell'Etruria Meridionale. All'esterno del Parco è possibile inoltre visitare il Museo Nazionale Etrusco del Castello della Badia. A guardia del Ponte della Badia, meravigliosa costruzione in pietra che sovrasta il fiume Fiora, il castello medievale ospita dal 1975 il Museo Nazionale Etrusco, un'importante raccolta di reperti etruschi, greci e romani provenienti dalle necropoli e dalla città di Vulci.
Raggiungendo in auto l’ingresso del parco, è possibile seguire a piedi percorsi e itinerari diversi a seconda delle esigenze; su prenotazione o secondo il calendario previsto dal Parco, è possibile effettuare visite guidate, archeotrekking, visite al parco in mountain bike o a cavallo. Inoltre, durante il periodo estivo, si può visitare l'area anche di notte, apprezzando così le suggestioni del parco sotto le stelle.
Non molto distante da Pescia Romana, percorrendo circa 20 Km lungo la via Aurelia, si incontra Tarquinia. La cittadina rappresenta un museo a cielo aperto con il suo territorio e le quattro città che nel tempo vi sono sorte e si sono evolute: l’etrusca Tarchna, l’emporio greco e poi romano di Gravisca, l’altomedievale Cencelle, la medievale Corneto.
La più importante è la città etrusca con la sua necropoli, di notevole rilevanza per dimensioni e per il contenuto artistico che ci tramanda. La necropoli, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’umanità, è unica per la ricchezza di tombe a camera con decorazioni pittoriche. Essa conta circa 200 sepolcri con pitture o tracce di pitture, che si trovano esclusivamente nelle dimore funebri degli aristocratici. Le immagini che vi sono riprodotte tendono a ricostruire intorno alla figura del defunto scene che si riferiscono alla sua vita quotidiana, quasi a voler sottolineare, riflettendo una credenza comune a tutti i popoli primitivi, la continuità della vita oltre la morte. Attualmente sono visitabili complessivamente 14 tombe.
Buona parte degli oggetti facenti parte dei corredi funebri sono conservati nel Museo Nazionale Archeologico Tarquiniense, che ha sede nel Palazzo Vitelleschi. All’interno di questo museo, considerato tra i più importanti d’Italia, ci si può perdere nell’ammirare i buccheri ed i vasi corinzi e attici, i vasi ispirati al quotidiano o al divino, ai giochi atletici, ai miti greci, all’erotismo, oppure ammirando gli splendidi oggetti in oro, i monili, le pietre. Il museo inoltre ospita anche reperti più antichi rispetto all’epoca etrusca, i cosiddetti villanoviani, o più tardi, di epoca etrusco-romana.
Il territorio della maremma tosco-laziale non si contraddistingue soltanto per le meraviglie legate all’antica civiltà etrusca; molte sono le opere artistiche contemporanee presenti in zona, diventate famose in tutta l’Italia e anche all’estero. Tra queste va citato il bellissimo “Giardino dei tarocchi”, opera della famosa scultrice francese Niki de Saint Phalle. Il parco sorge sulle meravigliose colline toscane, precisamente all’interno della tenuta di Garavicchio, nel Comune di Capalbio. Nel giardino sono rappresentate le 22 carte dei Tarocchi in ciclopiche sculture, alte tra i 12 e i 15 metri, ricoperte di mosaici in specchio, vetro pregiato e ceramiche. L’opera, iniziata nel 1979 e conclusa circa venti anni dopo, si ispira allo stile del parco Guell, realizzato dall’architetto Gaudi’ a Barcellona, e ne avoca la magia e il fascino, quello di un luogo denso quindi di significati simbolici ed esoterici, dove domina la fantasia e dove il concetto del tempo si dissolve. Celebrata come opera unica nel suo genere, il “Giardino dei Tarocchi” è unanimemente riconosciuto per lo stretto connubio tra arte e architettura, perché "della prima utilizza i vasti repertori figurativi e linguistici, ma della seconda ha la dimensione umana, abitabile, tangibile" (Catalani 1998).